Un tuffo nello Yuri per il Pride Month

In occasione del Pride Month, può essere interessante tuffarsi in uno dei generi che più ha avuto un’influenza nel mondo LGBTQ+ in Giappone e nel resto del mondo: lo Yuri.

In questo articolo ripercorriamo alcune tappe fondamentali del genere, analizzando gli snodi principali che lo hanno reso un fenomeno narrativo amato a livello globale.

Non si tratta di una storia esaustiva del genere, ma di una raccolta di titoli, definizioni, autrici, analisi, tropi e curiosità che vi offriranno uno sguardo più ampio sul vastissimo mondo dei manga Yuri — e, magari, stimoleranno qualche riflessione.

COS’È LO YURI?

– Nascita del termine

La prima volta che la parola “Yuri” viene associata alla lesbicità è nel 1971. L’editore della rivista Barazoku, destinata a uomini omosessuali, Itou Bungaku, si riferisce alle ragazze lesbiche con il termine Yurizoku.

Barazoku è traducibile con “Tribù delle rose”, mentre Yurizoku con “Tribù dei gigli”: le rose erano il simbolo dell’omosessualità maschile, e da quel momento il giglio — Yuri, appunto — diventerà uno dei simboli dell’omosessualità femminile.

– La solidificazione del termine

Negli anni ’80, il magazine Allan dedica una sezione di lettere per donne lesbiche intitolata Yuri Tsushin, ovvero “Comunicazioni lesbiche”.

Nello stesso periodo, mangaka e scrittori iniziano a usare quasi unanimemente il termine Yuri per indicare le opere sull’amore tra donne.

Nel 1995, il personaggio Rica del manga Rica ’tte Kanji!?, scritto da Rica Takeshima, è spesso raffigurato circondato da fiori di giglio. Il giglio compare anche come nome di cocktail e altri elementi nel manga. Questo rafforza ulteriormente l’associazione simbolica tra Yuri e le storie d’amore tra ragazze.

– Una definizione non basta (e non basterà mai)

La saggista Erica Friedman, una vera e propria leggenda nel campo della critica Yuri, ha fornito una definizione che recita:

“Lo Yuri può descrivere ogni anime, manga (o media da essi derivato) che mostra un’intensa connessione emotiva, amore romantico o desiderio fisico tra donne. Lo Yuri non è un genere confinato dal genere sessuale o dall’età del pubblico, ma dalla percezione dello stesso.”

Friedman sottolinea, però, che si tratta di un approccio critico-letterario. Il fandom, piuttosto che confinare la definizione, tende ad ampliarla. Persino tra gli studiosi esistono correnti di pensiero diverse, ormai consolidate da decenni.

L’impossibilità di una definizione univoca dipende dall’eterogeneità di pubblico e autori: uomini e donne, etero e omosessuali, di età e background differenti. Ogni nicchia ha bisogni diversi, e ogni autore adotta approcci narrativi differenti.

LE RADICI: “CLASS S”

Sul finire del periodo Meiji, che aveva portato a un processo di occidentalizzazione economica e sociale, in Giappone furono tradotti — a fini educativi — romanzi come Piccole Donne (1906) e A Little Princess (1910).

Complice l’avvento del periodo Taishō, caratterizzato da un certo slancio democratico (anche a causa della salute cagionevole dell’imperatore), e lo sviluppo di movimenti liberali, questi romanzi divennero veicolo involontario per introdurre nel giovane pubblico giapponese concetti come l’amore e il laotong (termine cinese per indicare un legame eterno tra due ragazze affini come sorelle).

Contemporaneamente, l’influenza del Takarazuka Revue — compagnia teatrale tutta al femminile in cui anche i ruoli maschili venivano interpretati da donne — introdusse il termine dōseiai, indicante relazioni Butch and Femme, ovvero relazioni lesbiche tra una ragazza mascolina e una più femminile.

In questo contesto nasce il termine Class S, che designava amicizie romantiche tra ragazze, comprensive di baci, abbracci e altri gesti affettuosi, ma non di rapporti sessuali.

Il termine si trasformò rapidamente in una definizione di genere narrativo, focalizzato sulle relazioni omosessuali femminili tra Kōhai e Senpai.

Ma Class S è più di un genere o una terminologia: è un vero e proprio movimento culturale, che ha avuto un forte impatto anche sul femminismo giapponese nascente.

La “S” di Class S è stata interpretata in vari modi: Shōjo, Sex, o persino Saffo.

– Yoshiya Nobuko e Yaneura no Nishojo

Nobuko Yoshiya nasce a Niigata nel 1896 da una famiglia di tradizione samuraica. Il padre, funzionario politico, faceva spesso trasferire la famiglia per motivi di lavoro.

L’educazione ricevuta fu molto tradizionalista, ma la sua passione per la scrittura la tenne sempre lontana dalle attività domestiche che ci si aspettava dalle donne dell’epoca.

Nel 1919 pubblica il semi-autobiografico Yaneura no Nishojo (“Due vergini in soffitta”), un’opera destinata a segnare un prima e un dopo nella letteratura omosessuale giapponese. Il romanzo fissò uno standard per le storie Class S e, successivamente, per lo Yuri.

Erica Friedman considera quest’opera l’origine di ciò che definisce Story A, ovvero il setup narrativo base del genere:

“C’è una ragazza. A questa ragazza piace un’altra ragazza. Si piacciono a vicenda. Fine.”

Altre opere degne di nota dell’autrice sono Hana Monogatari, Onibi, Nyonin Heike e Onna no Yūjō.

IL PRIMO MANGA YURI: SHIROI HEYA NO FUTARI

Nel 1971 viene pubblicato quello che è considerato da molti il primo manga Yuri della storia: Shiroi Heya no Futari di Ryōko Yamagishi.

Sebbene vi siano opere precedenti con caratteristiche affini, queste sono più propriamente considerate precursori.

Il manga solidifica la formula Story A, introducendo anche tropi che diverranno ricorrenti:

– Il Nadeshiko Type: ragazza dai capelli scuri, alta, composta, e dallo spirito tradizionale (dal termine Yamato Nadeshiko, ideale di femminilità giapponese).
– La ragazza opposta: bionda, più bassa, spesso ingenua ma dal cuore puro.

Un esempio recente: Nanami e Yuu in Bloom Into You.

Un altro tropo classico rafforzato da quest’opera è l’ambientazione in una scuola privata femminile. Le protagoniste Simone e Resine vivono in questo contesto il loro amore tormentato.

Anche in Rock is a Lady’s Modesty, la storia si svolge in una scuola privata, e le protagoniste Lilisa e Otoha rientrano perfettamente nell’archetipo appena descritto.

L’influenza di Shiroi Heya no Futari è stata enorme, sia nello Yuri che in altri generi.

CONCLUSIONI

Le fonti per questo breve articolo sono tratte dal libro By Your Side di Erica Friedman, che consiglio caldamente a chi voglia approfondire l’argomento.

Raccontare tutta la storia di un genere narrativo in un solo articolo è impossibile: si rischierebbe di trascurare elementi fondamentali.

Mi riservo di trattare in futuro argomenti come “La ragazza principe” o gli approfondimenti sulla sessualità dei “Magnificent ’49ers”.

Grazie mille per la lettura!

Link utili e fonti per l’articolo:

https://en.wikipedia.org/wiki/Class_S_(culture)

https://okazu.yuricon.com/

https://it.m.wikipedia.org/wiki/Yuri

https://cris.unibo.it/handle/11585/941318 (Estratto di “10 anni di cultura pop giapponese in Italia”a cura di Paola Scrolavezza sull’avvento del Class S)

 

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